venerdì 16 maggio 2014

Mangio...mi nutro...mi soddisfo?

Di seguito una riflessione liberamente tratta da un libro del Prof. Benedetto De Bernard, che il dott. Mario Pausa, Nutrizionista e Immunologo presso ArCa ha leggermente aggiornato. Spunti che fanno nascere riflessioni. 

Nutrirsi è un atto spontaneo, [..] tuttavia la nutrizione può essere solo un soddisfacimento di esigenze fisiologiche, oppure una manifestazione d'intelligenza. C'è chi riduce l'alimentazione ad un mero atto fisico, che si nutre svogliatamente per sopravvivere, chi si ingozza [dando sfogo alla propria fame emotiva] e chi invece trae dai piaceri della tavola soddisfazione e stimoli persino culturali.
Questo significa che nutrirsi è un fatto culturale e che quindi non si può prescindere da alcune conoscenze per effettuare una corretta alimentazione. 
Tuttavia, al di sopra di ogni considerazione, pur dopo aver preso coscienza dei dati scientifici, i gusti individuali debbono rimanere intatti. Cioè se una persona non si nutre correttamente, [e quindi non mantiene un peso fisiologico, non si sente in equilibrio ed in benessere,] sarà la dieta che dovrà essere modificata, rispettando il gusto individuale e non dovrà essere imposto un regime alimentare che, per quanto corretto, non risponde agli usi ed ai gusti della persona.
[..] Esistono parametri ben precisi, [che derivano da misurazioni antropometriche di composizione corporea e biochimiche], per valutare se l'alimentazione di un individuo è corretto, [ma il parametro più rilevante è indubbiamente lo stato di salute dell'individuo, inteso come equilibrio psico-fisico. Dal punto di vista nutrizionistico], se vi è uno squilibrio, evidentemente vi è una sproporzione tra l'energia introdotta con gli alimenti e quella spesa per le attività [e/o una errata scelta qualitativi degli alimenti, ]
Parrebbe facile scoprire le cause e adeguare una dieta alle esigenze individuali, ed infatti lo è, solo che spesso, più pericoloso del peso eccessivo, è la correzione fatta senza l'aiuto di un'esperto. Anche se di questo problema si è impadronita la divulgazione più capillare (riviste, televisione, internet), è erroneo trasferire al caso personale i concetti spesso generali, espressi con questi mezzi d'informazione [che spesso puntano più al sensazionalismo che al rigore scientifica]. E, in ogni caso, anche ammettendo che la correzione della dieta individuale, sulla base di modelli standard, fosse giusta, manca il controllo durante l'adeguamento. Inoltre la probabilità di mantenere il nuovo modello di nutrizione è tanto minore quanto maggiore è il sacrificio che deriva dalle rinunce alle vecchie abitudini. Queste, al contrario, essendo prodotto di profonde influenze ambientali, psicologiche e persino culturali, vanno rispettate. Per mantenere questo importantissimo "individualismo" è necessario cercare l'aiuto di chi, competente nel campo, riesce a modificare gli aspetti [errati] di una dieta, senza troppo pesare [sui gusti e le abitudini individuali]. (B. De Bernard) - [M. Pausa]. 





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