Di seguito una riflessione liberamente tratta da un libro del Prof.
Benedetto De Bernard, che il dott. Mario Pausa, Nutrizionista e Immunologo presso ArCa ha leggermente aggiornato. Spunti che fanno nascere riflessioni.
Nutrirsi
è un atto spontaneo, [..] tuttavia la nutrizione può essere solo un
soddisfacimento di esigenze fisiologiche, oppure una manifestazione
d'intelligenza. C'è chi riduce l'alimentazione ad un mero atto fisico,
che si nutre svogliatamente per sopravvivere, chi si ingozza [dando
sfogo alla propria fame emotiva] e chi invece trae dai piaceri della
tavola soddisfazione e stimoli persino culturali.
Questo
significa che nutrirsi è un fatto culturale e che quindi non si può
prescindere da alcune conoscenze per effettuare una corretta
alimentazione.
Tuttavia,
al di sopra di ogni considerazione, pur dopo aver preso coscienza dei
dati scientifici, i gusti individuali debbono rimanere intatti. Cioè se
una persona non si
nutre correttamente, [e quindi non mantiene un peso fisiologico, non si
sente in equilibrio ed in benessere,] sarà la dieta che dovrà essere
modificata, rispettando il gusto individuale e non dovrà essere imposto
un regime alimentare che, per quanto
corretto, non risponde agli usi ed ai gusti della persona.
[..]
Esistono parametri ben precisi, [che derivano da misurazioni
antropometriche di composizione corporea e biochimiche], per valutare se
l'alimentazione di un individuo è corretto, [ma il parametro più
rilevante è indubbiamente lo stato di salute dell'individuo, inteso come
equilibrio psico-fisico. Dal punto di vista nutrizionistico], se vi è
uno squilibrio, evidentemente vi è una sproporzione tra l'energia
introdotta con gli alimenti e quella spesa per le attività [e/o una
errata scelta qualitativi degli
alimenti, ]
Parrebbe
facile scoprire le cause e adeguare una dieta alle esigenze
individuali, ed infatti lo è, solo che spesso, più pericoloso del peso
eccessivo, è la correzione fatta senza l'aiuto di un'esperto. Anche se
di questo problema si è impadronita la divulgazione più capillare
(riviste, televisione, internet), è erroneo trasferire al caso personale
i concetti spesso generali, espressi con questi mezzi d'informazione
[che spesso puntano più al
sensazionalismo che al rigore scientifica]. E, in ogni caso, anche
ammettendo che la correzione della dieta individuale, sulla base di
modelli
standard, fosse giusta, manca il controllo durante l'adeguamento.
Inoltre la probabilità di mantenere il nuovo modello di nutrizione è
tanto minore quanto maggiore è il sacrificio che deriva dalle rinunce
alle vecchie abitudini. Queste, al contrario, essendo prodotto di
profonde influenze ambientali, psicologiche e persino culturali, vanno
rispettate. Per mantenere questo importantissimo "individualismo" è
necessario cercare l'aiuto di chi, competente nel campo, riesce a
modificare gli aspetti [errati] di una dieta, senza troppo pesare [sui
gusti e le abitudini individuali]. (B. De Bernard) - [M. Pausa].
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